"Poichè a chiunque ha sarà dato ed egli
sovrabbonderà;
ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha."
(Matteo25:29)
Una delle cose che la "parabola dei talenti" ci insegna è che
ciò che ci è stato dato lo dobbiamo investire, e ci insegna anche che
ciò che abbiamo non è nostro.
Il "talento" era una misura di peso ma era anche usata per indicare
il valore del denaro.
Usato come valore monetario nella parabola, metaforicamente esprime
ciò che Dio ha dato a ciascuno secondo la sua capacità.
"A uno diede cinque talenti a un altro diede due talenti e
a un altro diede un talento a ciascuno secondo la sua capacità"
(Matteo 25:15)
Ogni servitore, aveva ricevuto “secondo la sua capacità” di gestire adeguatamente quella cifra. La nostra responsabilità è legata alle nostre capacità.
A ciascuno di noi Dio affida un compito. E' affar nostro essere fedeli in ciò
che ci è stato dato. Abbiamo quel che abbiamo perché Dio ce l'ha dato.
Dio, così, si aspetta che noi gestiamo i Suoi doni nei limiti delle capacità
che ha messo in noi, e se Dio ci ha dato qualcosa, vuol dire che abbiamo
la capacità di gestirlo per il meglio.
(Matteo 25 versetto 14)
“Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per un
viaggio chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni”.
Gesù usa una nuova parabola per spiegare come saranno i futuri eventi.
L'uomo che parte per un viaggio rappresenta Gesù stesso.
Colui che parte, però, è padrone di ogni cosa, e quello che è Suo lo affida, affinché frutti, ai Suoi servitori.
Il dovere dei servi è quello di amministrare e far fruttare le cose secondo
le intenzioni del padrone, delega il controllo e l'aumento della sua ricchezza.
Quando il padrone ritornerà chiederà loro conto di ciò che hanno
fatto con i suoi beni.
Il loro compito era quello d'amministrare ciò che era stato loro affidato.
Allo stesso modo, noi dobbiamo ricordarci che ciò che ci è stato affidato, appartiene a Dio, e che va usato per i Suoi scopi.
(Salmo 24:1) dice:
“Al SIGNORE appartiene la terra e tutto quel che è in essa, il mondo e
i suoi abitanti"
E' un dato di fatto: noi non siamo padroni di nulla. Tutto appartiene al Signore. Fintanto che non riconosceremo questa verità, non saremo mai buoni amministratori di ciò che ci è stato affidato. I nostri giorni sono nelle Sue mani.
I nostri doni e capacità sono solo “un prestito” che Lui ci ha fatto.
La nostra casa, auto, vestiti, ogni cosa che possediamo, non appartiene a noi.
Dio affida a ciascuno secondo i Suoi sovrani propositi sapendo ciò che noi possiamo fare e sopportare. Il nostro compito è l'essere fedeli con qualsiasi somma ci sia stata data per operarvi.
sovrabbonderà;
ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha."
(Matteo25:29)
Una delle cose che la "parabola dei talenti" ci insegna è che
ciò che ci è stato dato lo dobbiamo investire, e ci insegna anche che
ciò che abbiamo non è nostro.
Il "talento" era una misura di peso ma era anche usata per indicare
il valore del denaro.
Usato come valore monetario nella parabola, metaforicamente esprime
ciò che Dio ha dato a ciascuno secondo la sua capacità.
"A uno diede cinque talenti a un altro diede due talenti e
a un altro diede un talento a ciascuno secondo la sua capacità"
(Matteo 25:15)
Ogni servitore, aveva ricevuto “secondo la sua capacità” di gestire adeguatamente quella cifra. La nostra responsabilità è legata alle nostre capacità.
A ciascuno di noi Dio affida un compito. E' affar nostro essere fedeli in ciò
che ci è stato dato. Abbiamo quel che abbiamo perché Dio ce l'ha dato.
Dio, così, si aspetta che noi gestiamo i Suoi doni nei limiti delle capacità
che ha messo in noi, e se Dio ci ha dato qualcosa, vuol dire che abbiamo
la capacità di gestirlo per il meglio.
(Matteo 25 versetto 14)
“Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per un
viaggio chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni”.
Gesù usa una nuova parabola per spiegare come saranno i futuri eventi.
L'uomo che parte per un viaggio rappresenta Gesù stesso.
Colui che parte, però, è padrone di ogni cosa, e quello che è Suo lo affida, affinché frutti, ai Suoi servitori.
Il dovere dei servi è quello di amministrare e far fruttare le cose secondo
le intenzioni del padrone, delega il controllo e l'aumento della sua ricchezza.
Quando il padrone ritornerà chiederà loro conto di ciò che hanno
fatto con i suoi beni.
Il loro compito era quello d'amministrare ciò che era stato loro affidato.
Allo stesso modo, noi dobbiamo ricordarci che ciò che ci è stato affidato, appartiene a Dio, e che va usato per i Suoi scopi.
(Salmo 24:1) dice:
“Al SIGNORE appartiene la terra e tutto quel che è in essa, il mondo e
i suoi abitanti"
E' un dato di fatto: noi non siamo padroni di nulla. Tutto appartiene al Signore. Fintanto che non riconosceremo questa verità, non saremo mai buoni amministratori di ciò che ci è stato affidato. I nostri giorni sono nelle Sue mani.
I nostri doni e capacità sono solo “un prestito” che Lui ci ha fatto.
La nostra casa, auto, vestiti, ogni cosa che possediamo, non appartiene a noi.
Dio affida a ciascuno secondo i Suoi sovrani propositi sapendo ciò che noi possiamo fare e sopportare. Il nostro compito è l'essere fedeli con qualsiasi somma ci sia stata data per operarvi.
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